(di questi tempi 275)
Non siamo bipolari in politica, come in Inghilterra, per una semplice ragione: la destra ha fallito al pari della sinistra. Entrambi hanno perso l’identità. Chi si getta nel draghismo, ed è un vantaggio dimenticarsi del proprio passato. Chi nel progressismo, e getta alle ortiche la sua storia. Aumenta la confusione. E allora viene facile immaginare che ci sia una bella torta al centro, pronta per essere mangiata. Tra i sognatori ci sono i catto-cattolici. A destra hanno lo spazio dell’inizio vita. Ma aver a che fare con la Roccella, ti fa venir voglia del coito interrotto. E se Lupi si vuole iscrivere? Pietà di noi peccatori! A sinistra, dove i diritti delle persone sono di casa, ci si dimentica di quelli dei lavoratori, dei pacifisti, degli ecologisti. In più ci sono i 5 Stelle, espertissimi nel confonderti le idee. Comunque Tajani ci ha rassicurato: noi di FI siamo gli eredi di De Gasperi. Sì, con il fischio. Per non parlare dei catto-massoni. I politici, pronti a occupare il centro, non sono appetibili. Raschiano il fondo del barile.
Il mio personale augurio è che i catto-cattolici si accontentino di essere cristiani, e mollino l’osso di un partito casa-chiesa, con tanto di santini e benedizioni varie, compresa la possibile presenza della virago Roccella. Non penso che la chiesa italiana sia disposta a imporre la faccia su un nascente partito cattolico, come ai tempi di Ruini. Piuttosto i credenti si impegnino per una politica sociale umanizzante. L’aspetto confessionale non se lo portino dietro. Imparino a dialogare con gli altri partiti come se Dio non ci fosse. Andiamo oltre il catechismo. Non ragioniamo con il prossimo quasi fosse un monastero di clausura. Facciamo del vangelo il nostro quotidiano. Perché il vangelo non incrementa i rapporti cultuali. Parla di Dio nel quotidiano, di vita, amore, prossimo, riconciliazione, lavoro, pace, morte, e speranza di un mondo migliore. Ma che vangelo leggono i catto-cattolici?