Pace… questa parola tanto abusata da qualche tempo a questa parte che pare addirittura abbia perso di valore. Noi dobbiamo però mantenere la speranza e credere fermamente nella forza della società civile, nella capacità di individui e associazioni per costruire ponti di pace dove altri erigono muri di conflitto. Speranza parola Ancor più importante perché come cristiani essa fa parte del nostro DNA Vogliamo far conoscere IL COMITATO DELLA PACE DI CHIVASSO, un comitato nato dalla volontà di diverse associazioni e di singoli cittadini che non possono e non vogliono rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza causata dalla guerra. La nostra nascita vuole essere una risposta corale al bisogno impellente di azioni concrete per la risoluzione pacifica dei conflitti. Chi sono i promotori per ora, Anpi, Arci Zeta, Cuam (medici per l africa, gas, chiesa valdese parrocchie di Chivasso, Caritas ed Associazione Insieme, Scout di gassino, associazione Nemo informacittà, Associazione Liberamente democratici, ACLI e alcuni privati cittadini.
L’idea è quella di allargare il gruppo per creare un movimento di opinione tanto forte che venga preso in considerazione e dia (mi permetterete la parola) la SVEGLIA a chi di dovere sul territorio. Soprattutto rompa questo silenzio mediatico sulle tantissime iniziative per la pace che altri gruppi settimanalmente organizzano su tutto il territorio italiano. (ivrea 166 presidi). Il nostro orizzonte comunque è rivolto a tutte le guerre che insanguinano il nostro pianeta, ma ci sentiamo profondamente coinvolti dalle tragedie che si stanno consumando in Ucraina e nel conflitto israelo-palestinese.
Per l’Ucraina, siamo testimoni di una violenza inaudita, di una ferita aperta nel cuore dell’Europa che sta causando immense perdite umane e una crisi umanitaria di proporzioni drammatiche. Ne sentiamo inoltre le ricadute economiche addirittura sulla nostra pelle in quanto in qualche modo siamo partecipi di questa guerra che ci sta portando danni economici spaventosi.
Per il conflitto israelo-palestinese, assistiamo a un ciclo di violenza che si perpetua ormai da decenni, che alimenta odio e disperazione. Il massacro continuo di civili iniziato con l’attacco terroristico ma proseguito e tuttora in atto a Gaza dalla risposta sproporzionata su donne e bambini, ci sconvolge. E ancor di più ci sconvolge il silenzio assordante dei nostri politici. Sinora il nostro comitato ha proposto alcune serate di approfondimento di sensibilizzazione sul tema della pace. Con lo slogan se vuoi la pace prepara la pace senza partigianerie di sorta, e soprattutto declinando la pace come un valore assoluto universalmente riconosciuto ed auspicato a livello individuale sociale ed internazionale. In un mare di indifferenza e di cinismo politico l’unica voce che si è alzata di questi tempi è stata quella di papa Francesco ed ora di papa Leone sono richiami che ci coinvolgono in prima persona ad essere parte attiva della società. di uscire come diceva Giorgio La Pira dall’ ORTO CHIUSO DELL’ORAZIONE per entrare a pieno titolo nella partecipazione attiva della vita sociale e politica. Quella vita sociale e politica che già papa Paolo VI definiva “una delle forme più alte della carità cristiana” politica come servizio.
Parlarne fa bene , e sicuramente avremo modo di organizzare momenti di riflessione ed approfondimenti ma ci siamo anche interrogati intanto che discutiamo cosa possiamo fare di concreto?
A questo interrogativo abbiamo risposto all’appello che già fece papa Francesco sollecitando i cristiani a farsi prossimi agli ultimi. Ecco allora approfittando del fatto che Chivasso è gemellata con Betlemme di Palestina abbiamo fatto la scelta di aprire un corridoio umanitario ed accogliere una famiglia di rifugiati dando loro l’opportunità di un riscatto sociale. E’ una cosa impegnativa ma siamo riusciti a gettarne le basi. Per questo è nato il progetto FILI DI SPERANZA” troverete in sala il volantino esplicativo ?????
Vi invitiamo quindi a unirvi a noi in questo percorso, a portare le vostre idee, le vostre competenze e la vostra passione. Insieme, possiamo far sentire più forte la voce della pace.