(Di Questi Tempi 306)
Al Bar dello Sport tra un bicchiere e uno scopone scientifico si sparla anche di politica. Mezzi brilli si dicono cose dell’altro mondo. Cose proletarie, non da Parioli. Qui si va di barbera, là di champagne con tanto di champignon.
L’Europa è in brache di tela. Ma non può dichiarare la bancarotta. I suoi governanti non intendono dimettersi.
Allora non le resta che agitare lo spettro del Nemico. Se lo costruisce intorno alla figura di Putin, che non è uno stinco di santo, sia chiaro. Diventa l’icona del Nemico Metafisico, il Demonio. Dunque espansione Nato indebita e imprudente. Provocazioni nelle aree russofone. Stampa compiacente. All’Orso russo fan girare le biglie. E cade nel tranello. Si annette le aree russofone. A quelli del Bar Sport i conti sul seguito non tornano. Non è vero che Putin non vuole sedersi al tavolo delle trattative. È che si siede da vincitore. E poi vuoi mettere paragonare un bombardamento a Kiev con uno su Gaza? È barbaro ragionare così, ma l’evidenza non la nascondi. Come paragonare Putin con Net. Però fa comodo un sacco a VDL e compagnia cantante. Censurano ogni artista russo. E anche dei grandi classici meglio non parlarne; e poi ti giocano Italia-Israele. Al Bar Sport adorano il dio pallone, ma non fino a questo punto. La palla sarà rotonda finché vuoi, ma così si rischia la terza guerra mondiale. E infatti gli amici del Bar non vogliono perdere nulla della loro convivialità. Proprio perché seguono Barbero, Caracciolo, Cardini, e un Orsini, che va bevuto da seduti agitato non mescolato, non ci stanno al gioco delle tre carte. Il Ciuffone Giallo ha tirato i remi in barca. Gli stanno consegnando un tapiro. L’Europa sogna di diventare in un eone futuro un panzer division. Occhio però che la Cina è vicina. Si sta
sedendo al tavolo delle trattative insieme a Putin. E tu, Europa, togliti l’elmetto, e indossa il pannolino!