(Di Questi Tempi 303)
Vi aggiorno sull’ultima pensata della Mieloni. Imboccheràla strada della moderazione. Si darà un’immagine di sé più civile, vicina all’icona di Draghi. Per scrollarsi di dosso quel massimalismo viperino di Salvini, mettendolo fuori gioco, e rinviando l’entrata in campo del Berluschino. Ma si è anche guardata allo specchio: ne ha dette e fatte di cotte e di crude in abbondanza. Del tipo, sono fiera delle mie radici politiche. Ahi, qui non basta un bagno nel berlusconismo, come fosse nella piscina di Lourdes, per riapparire vaccinata. Missina era, cioè filofascista per simpatia, e adesso ancora di memoria repubblichina. È un odore che non ti togli più di dosso. E come lo risolvi? Nel solito modo con l’anticomunismo compulsivo.
Di questo atteggiamento anticulturale se ne sono visti i risultati, quando ha dovuto interpretare i dati ISTAT.
Mamma che figura! E tutte quelle balle che ha raccontato sulla salute dell’Italia, un esercizio teatrale di menefreghismo più che di patriottismo. La gente che fatica a curarsi, e lei a vantare gli interventi del suo governo.
Abbiamo toccato il fondo? Operazione migranti in Albania, inqualificabile. Per Cutro neanche una parola. Non riconoscere lo stato palestinese, perché Trump non lo vuole adesso Non pronunciare la parola genocidio.
Vendere armi a Israele. Restare impelagati nelle guerre.
Beatificare il dono di Trump per il 15 in dazi, come una manna del cielo, tanto la croce tocca a noi. Ma lo pagassero i suoi patrioti! E via a valanga. Qui il discorso si fa molto duro. Togliamo pure via le radici fasciste, ma da dove le vengono queste intuizioni? Molto fumo e poco arrosto. Io, donna, madre, cristiana. Lì per un attimo aveva perso la bussola. Ma tutto il resto? Non si può mettere il bavaglio alla storia con il Decreto Sicurezza. Altrimenti prima o poi viene fuori chi sei.
Il cambio di immagine non basta. Bisogna cambiare la testa. Ritirarsi. Fare penitenza. Uscire quanto prima dalla politica. Una bella conferenza stampa, finalmente! Invece:
Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? Tu, tu, tu, occupato.
